L'Archivio Storico Lineapiù si amplia grazie all’acquisizione della collezione Schwarzenberg, un fondo archivistico unico nel suo genere composto da 252 merletti rarissimi

Cinque secoli di storia europea trovano occasione di racconto attraverso gli straordinari merletti che arricchiscono oggi la "Sala dei Rari". Una raccolta dove l’amore per la bellezza e per lo studio dei tessuti si coniugano dando vita ad un insieme unico di pizzi e ricami a disposizione di studiosi ed appassionati.

 

La storia del merletto nella collezione Schwarzenberg

La recente acquisizione della collezione di merletti appartenuta al Principe Karl Erkinger Schwarzenberg si inserisce in un contesto museale già esistente nella Sala dei Rari dell’Archivio Storico Lineapiù. Una collezione unica per l’eccelsa qualità dei manufatti, per l’ampia varietà delle tipologie in essa contenute, e per il grande gusto e competenza con i quali il Principe ha saputo arricchire la raccolta da lui ereditata: un totale di 252 manufatti di eccezionale fattura capace di raccontare l’arte del merletto e la sua storia dal '500 fino al XX secolo. Un nuovo segno dedicato al rapporto tra conservazione e collezionismo, documentazione e studio, storia manifatturiera e ricerca artistica.
L’allestimento della nuova collezione segue un percorso storico ed intuitivo, disposto per epoca, centri di produzione e tipologie, con confronti con manufatti simili conservati nelle varie collezioni dei musei nel mondo, offrendo un percorso dell’evoluzione stilistica nella moda.
Si parte dai ricami in Punto Antico che si collocano alle origini dell’evoluzione del merletto nella prima metà del ‘500 fino a una collezione di quindici fazzoletti realizzati in ricamo bianco della seconda metà dell’800 e alcuni esempi di merletti ad ago riprodotti dalla Scuola di merletti di Burano del XX secolo.

La collezione è accompagnata da schede tecniche descrittive affiancate da fotografie per ciascun manufatto per documentare al meglio le varie manifatture e tecniche di realizzo attraverso le diverse epoche. Diventa così disponibile per la consultazione degli studiosi specializzati nel campo della moda e della produzione artistica un “bene culturale” che potrà diventare argomento di studio nel settore della moda.